LA COMBUSTIONE DI LEGNA

La particolare collocazione territoriale della stazione di monitoraggio consente di elaborare alcune valutazioni sulle cause della qualità dell'aria, potendosi in particolare escludere una serie di fonti inquinanti.
Come si vedrà, il posizionamento è idoneo per valutare soprattutto gli effetti dei riscaldamenti domestici e quindi le emissioni da combustione residenziale in particolare quelle connesse alla combustione della legna, molto diffusa nell'area.
Infatti, la stazione di rilevamento è posizionata a circa 90 metri in linea d'aria dalla strada provinciale SP12 nel comune di Ardenno (strada a basso traffico) e a circa 900 metri dalla strada statale SS38 (strada ad elevato traffico), in una zona residenziale priva di attività industriali nelle vicinanze.
Si tratta quindi di una posizione scarsamente o per nulla influenzata da emissioni dirette da traffico che possono eventualmente contribuire come valori di fondo piuttosto costanti nel breve periodo (background); non è verosimile attendersi incrementi di concentrazione legati a picchi di traffico (essendo la postazione molto distante dalla strada statale e comunque nemmeno a ridosso della strada secondaria a basso traffico SP12) o legati a emissioni industriali.

Per illustrare questo punto, si riporta di seguito un andamento tipico della concentrazione di particolato fine sulle 24 ore in un giorno estivo (curva blu in assenza di riscaldamenti domestici e presenza di solo traffico a distanza) e in un giorno tardo invernale (curva arancio in presenza di riscaldamenti domestici per lo più a legna).



Come si nota facilmente, in assenza di riscaldamento domestico in luglio la concentrazione di particolato è sostanzialmente costante nelle 24 ore e rappresentativa del fondo (background); a febbraio, con la sola variazione imputabile alle emissioni da riscaldamento e ad eventuali variazione delle condizioni meteo-climatiche stagionali, si registra un importante aumento degli inquinanti in aria. E' chiaro che i due grossi cicli di emissioni a metà mattina e nel tardo pomeriggio-sera corrispondono ragionevolmente ai soli effetti dei riscaldamenti domestici, che originando soprattutto da combustione di biomasse legnose sono anche particolarmente inquinanti. Questi effetti in inverno sono nettamente più marcati.

Si nota inoltre, che nelle ore notturne e per alcune ore del primo pomeriggio i valori tornano ad abbassarsi per assenza di emissioni (per il caso delle ore notturne) e per effetto del rimescolamento da convezione diurna dello strato limite atmosferico (rapido declino a mezzogiorno in presenza di sole). Questo abbassamento riporta i valori delle concentrazioni di polveri quasi ai livelli estivi di fondo o di poco superiori a questo.

Ciò aiuta a rendere ragione dell'impatto dell'attività da riscaldamento domestico, che pur in una zona a basso traffico veicolare nel contesto di un paese piccolo (circa 3000 abitanti) e senza attività industriali insistenti in prossimità dell'area monitorata, risente delle importanti problematiche legate alla combustione di biomasse legnose, come ancora si rileva tipicamente in molti fondovalle alpini.

In Lombardia, contrariamente a tanta opinione comune, i dati ufficiali attestano che l'utilizzo di legna come combustibile è di gran lunga il primo fattore di emissione di particolato sottile PM10 (nel grafico i valori medi per la Lombardia e per Milano; nelle zone dove il ricorso alla legna è maggiore, il contributo sarà anche superiore a quello medio riportato qui sotto).

Fonti di PM10 (dati ARPA Lombardia)

Si veda anche sempre da ARPA Lombardia: Legna e PM10

Informazioni importanti e dettagliate sull'uso responsabile delle biomasse legnose si trovano sui siti del progetto PREPAIR finanziato dall'Unione Europea e di un progetto parallelo in networking CLEAN HEAT.

All'interno di quest'ultimo progetto, il consiglio danese per l'ecologia (DEC) ha pubblicato nel 2016 un opuscolo davvero interessante ed approfondito sull'inquinamento da combustione domestica con particolare riferimento all'uso della legna per il riscaldamento delle abitazioni.

Per quanto possa apparire lontana dal nostro contesto, l'esperienza danese è invece rappresentativa di situazioni territoriali con molti piccoli centri abitati, poche grandi città ed un uso diffuso della legna come fonte energetica soprattutto per il riscaldamento. In questo senso andrebbe letta con attenzione per capire quale potrebbe essere la situazione di inquinamento atmosferico anche in molte valli alpine italiane. Se ne fornisce qui di seguito una traduzione in italiano.

https://www.clean-heat.eu/en/actions/info-material/download/danish-case-study-uk-11.html


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